La necessità di istituire a Carpi un biennio di liceo scientifico trova il suo primo riconoscimento nella delibera comunale del 16 settembre 1939, nella quale il podestà, cav. Dario Franciosi, facendo seguito ad una richiesta ufficiale rivolta un mese prima all’E.N.I.M.S. (Ente Nazionale Insegnamento
Medio e Superiore), sottolinea che "la istituzione e gestione della scuola indicata gioverà notevolmente, come quella più rispondente allo scopo, allo sviluppo culturale, politico ed economico di questa popolazione".
La richiesta riceve puntuale risposta il 26 ottobre 1939, quando giunge a Carpi il prof. Giorgio Sciumè con il compito, in qualità di preside, di avviare ed organizzare la nuova scuola. Gli alunni sono in tutto 29 (23 per la classe prima, 6 per la seconda) e frequentano le lezioni in alcuni locali di un ex convento delle Suore Cappuccine, reperiti non senza difficoltà dal Comune. Circa un mese dopo, il Collegio dei professori delibera che il Liceo venga intitolato al patriota e generale carpigiano Manfredo Fanti (1806-1865) e il 12 dicembre il podestà, ratificando formalmente la proposta dei docenti, scrive al preside: "E’ stato stabilito che il Liceo Scientifico venga intitolato al nome dell’insigne concittadino Manfredo Fanti, gloria di Carpi e d’Italia". Nasce così il Liceo Scientifico “M.Fanti”, fin dai suoi inizi evidente espressione delle esigenze di formazione culturale ed educativa della città di Carpi. Ne è ulteriore conferma il fatto che nella primavera successiva (1940), un decreto del Ministro dell’Educazione Nazionale assegni in delega al Comune di Carpi la gestione dell’istituto, riconoscendo altresì il valore legale dei titoli di studio da esso rilasciati.
Ma non sono facili i primi passi della nuova scuola. Le conseguenze della guerra si fanno sentire: molti studenti sono chiamati alle armi e devono temporaneamente interrompere gli studi; vengono indette sessioni straordinarie per gli scrutini e addirittura per gli esami di maturità; nel giugno del 1944, i locali del Liceo vengono trasformati, per disposizione del comando tedesco, in ospedale e, per più di un anno, le lezioni si tengono presso il Seminario vescovile; lo stesso preside prof. Sciumè è costretto, per ragioni politiche, alla fuga improvvisa e, durante l’anno scolastico 1944/45, si succedono alla guida della scuola i presidi incaricati prof. Ettore Spaggiari, prof. Antonio Camurri e dott. Luigi Battini; addirittura, nell’aprile 1945, le aule del Liceo sono occupate per un giorno dagli abitanti della periferia per mettersi al riparo dai combattimenti che si svolgevano in zona.
Terminata la guerra, lentamente la normalità riprende il suo corso e sembrano testimoniarlo il ritorno del preside Sciumè; il rientro della scuola nella “sede storica” del chiostro grande di Santa Chiara; l’affluenza sempre più numerosa di studenti dai comuni limitrofi; le numerose iniziative didattiche promosse dai docenti (adesione ad associazioni culturali, viaggi di istruzione, partecipazione a gare provinciali di atletica leggera, richiesta di istituire un corso di greco per gli alunni delle classi prime che lo desiderano). Ma, soprattutto, si comincia a parlare di statizzazione dell’istituto e una richiesta scritta in tal senso viene inviata al Ministero dal sindaco di Carpi Bruno Losi, dopo essere stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale del 21 gennaio 1947.
Nel giugno del 1951, in seguito alle dimissioni del prof. Sciumè, la presidenza viene affidata al prof. Vincenzo Binetti; nello stesso anno, la scuola ottiene la parificazione da tempo auspicata. Nel 1954 al prof. Binetti succede il prof. Enzo Carapezzi. Sono, fino al 1958, anni di forte diminuzione della popolazione scolastica (si iscrivono i ragazzi nati durante la guerra), ma il bisogno di innovare metodi e programmi comincia a trasparire, a volte in stridente contrasto (per un osservatore dei nostri giorni) con regolamenti di istituto i quali prevedono l’ingresso in aula sfasato di cinque minuti tra ragazzi e ragazze; impongono la netta separazione, durante gli intervalli, tra alunni, relegati nelle loro aule, e alunne, affidate alla vigile custodia dei bidelli in appositi spazi; o vietano "nella maniera più rigorosa all’interno dell’istituto la diffusione di giornali illustrati o meno". Finalmente, il 1 ottobre 1959, il preside Carapezzi può con orgoglio e malcelata enfasi annunciare la statizzazione del Liceo “M.Fanti”, "allineato fra gli istituti della nostra provincia che sono animati da vivissimi impulsi di adeguamento alla vita sociale odierna, caratterizzata da istanze e da necessità ormai improrogabili".
Negli anni sessanta si succedono alla presidenza i proff. Vittorio Maradei e Alfonso Prandi, il quale, però, pur ricoprendo per parecchio tempo la titolarità, opta per la docenza universitaria e viene, perciò, sostituito da presidi incaricati: la prof.ssa Antonietta Santoro, i proff. Domenico Negri, Cesare Boldreghini, Franco Zanichelli e la prof.ssa Liana Ricciardi Vicenzi. La condizione di scuola statale consente al Liceo di introdurre significative innovazioni, come il "corso pilota di chimica" nelle classi III e IV (1965), e di organizzare scambi di ospitalità con ragazzi di città straniere, per favorire l’approfondimento nella conoscenza delle lingue: il primo di questi scambi è con studenti liceali della città francese di Brive-la-Gaillarde, gemellata con Carpi.
Gli anni settanta si presentano sotto il segno della “contestazione studentesca”, iniziata nel 1968 nelle grandi città. Ma l’atmosfera ovattata della provincia stempera gli umori e attutisce i clamori e il Liceo, sotto la guida accorta e comprensiva del prof. Ernesto Pieralisi, se la cava con qualche sciopero e corteo di protesta, verbose assemblee di istituto, richieste di lezioni “alternative” e autogestite sui problemi del mondo giovanile, periodiche telefonate anonime che annunciano la presenza di una “bomba” nei locali della scuola.
Il 1 dicembre 1974 sono indette le prime elezioni scolastiche e, come in tutte le scuole d’Italia, vengono introdotti gli Organi Collegiali, che vedono coinvolti, nella gestione degli istituti, rappresentati degli alunni e dei genitori, democraticamente eletti. La novità dà i suoi frutti e, con un ritmo sempre più accelerato, si succedono le iniziative volte a mettere il Liceo “Fanti” a confronto con i mutamenti della società contemporanea: inserimento di lettori di lingua straniera, visite di istruzione in Italia e all’estero, “settimana bianca”, orientamento professionale per gli alunni delle classi quinte, incontri e conferenze con esperti esterni sui limiti dello sviluppo tecnologico, sulla droga, sulle vicende politiche e istituzionali dell’Italia del secondo dopoguerra.
Sono i primi segni di una netta svolta, nella storia del Liceo, che si verifica a partire dall’anno scolastico 1982/83: vengono affiancati ai corsi tradizionali due nuovi indirizzi sperimentali, quello linguistico-moderno e quello scientifico-matematico. Tenacemente voluti dalla maggioranza del collegio dei docenti, approvati come corsi sperimentali con decreto del ministro Bodrato del 9 settembre 1982, sono guardati subito con interesse dalla cittadinanza carpigiana. Prova ne sia che, da allora, il numero degli alunni iscritti al Liceo, per una ventina d’anni oscillante intorno alle 400 unità, inizia rapidamente ad aumentare, tanto che, in breve tempo, la sede di Curta Santa Chiara non è più sufficiente a contenere le classi e si debbono reperire diverse succursali (in via A.Volta ed in via IV novembre, prima; in via G.Rocca nei locali dell’ex scuola media “G.Ungaretti”, poi). Intanto, la guida della scuola passa in rapida successione dal prof. Pieralisi ai proff. Carlo Uguzzoni, Benedetto Gagliardi, Pier Giuseppe Forni ed Elia Taraborrelli.
E’ soprattutto sotto la presidenza di quest’ultimo, durata vent’anni (1985-2005), che il Liceo “Fanti” conosce il suo più radicale ammodernamento e la sua maggiore espansione. Ai primi due corsi sperimentali si affianca, nel 1988/89, un indirizzo classico, che, per la verità, non incontra adesioni da parte degli studenti e conclude la sua parabola nell’arco di un quinquennio. La scuola si arricchisce di nuovi laboratori e dal Ministero viene individuata come uno dei “poli” nell’ambito del piano nazionale per l’introduzione dell’informatica nelle scuole secondarie. I corsi sperimentali originari sono modificati o sostituiti da altri più rispondenti alle richieste del mercato del lavoro o del bacino d’utenza carpigiano: così, nel 1993/94, l’indirizzo scientifico- matematico lascia il posto alla sperimentazione proposta dalla Commissione Brocca con l’’indirizzo scientifico e quello scientifico-tecnologico; sempre nel 1993, il corso linguistico viene modificato secondo le indicazioni della circolare ministeriale n. 27; nel 1994/95, viene attivato l’indirizzo socio–psico–pedagogico.
L’introduzione dei nuovi corsi comporta anche una serie di iniziative culturali di ampio respiro, quali la ripetuta partecipazione di numerosi studenti alle sessioni del Parlamento Europeo dei giovani; l’organizzazione di un convegno nazionale sull’insegnamento della storia (1991); la realizzazione, più volte ripetuta, del progetto “Comenius” in collaborazione con altri istituti europei finalizzato ad infondere nei giovani la coscienza della comune identità europea; l’allestimento di spettacoli teatrali (Sofocle, Plauto, Machiavelli, Aristofone); l’attivazione di un sistema ( “Globe”) per il rilevamento dei dati climatici ed ambientali; la partecipazione ad attività culturali e didattiche organizzate o patrocinate da enti ed istituzioni locali; la pubblicazione di un giornalino scolastico; ecc. L’esigenza di nuovi spazi per far fronte all’aumento delle iscrizioni ed alla multiforme attività didattico-educativa rende, ad un certo punto, improcrastinabile il reperimento di una nuova sede: perciò, all’inizio dell’anno scolastico 1995/96, il Liceo “Fanti” si trasferisce dal vecchio edificio di Curta Santa Chiara nei locali dell’attuale sede di viale Peruzzi, in precedenza occupati dalla scuola media “G.Fassi”, ma ora notevolmente ampliati per accogliere gli studenti e le attrezzature didattiche del nuovo istituto.
Il resto è cronaca recente: nel 2003/2004, il corso di studi sociali prende il posto dell’indirizzo socio-psico-pedagogico.
Nell’autunno del 2005, quando, dopo il pensionamento del prof. Taraborrelli, assume la presidenza il prof. Gian Michele Spaggiari, il Liceo “M.Fanti” è una scuola con più di millecento allievi, in fase di ulteriore espansione anche edilizia, con un ventaglio di proposte educative molto differenziate e, soprattutto, profondamente radicata nella società carpigiana. A dimostrare questo legame di riconoscenza e di affetto che tanti cittadini di Carpi avvertono con il Liceo, basta menzionare lo straordinario successo che riscossero, per calore e numero di partecipanti, le manifestazioni tenutesi in città nel 1989 per ricordare i cinquant’anni di questa istituzione scolastica. Senza ombra di dubbio, esse ebbero il loro momento più alto nell’incontro degli studenti con il premio Nobel Rita Levi Montalcini.
E’ proprio conservando viva la memoria di esperienze come quella, che il Liceo di oggi cerca di guardare al futuro in modo da sentirsi degno del proprio passato.
( O. C. )